Da sempre si discute sul come utilizzare il tempo per gli spostamenti di lavoro, soprattutto per chi ricopre ruoli che lo portano a viaggiare spesso.
Una corrente di pensiero consiglia di utilizzare questi momenti, alle volte anche lunghi, per recuperare energie, per decomprimere, per far sì che la mente sia pronta a ripartire nel momento in cui si arriverà a destinazione.
C’è invece chi sostiene il contrario e cioè che il viaggio è “tempo morto” e che dovrebbe essere utilizzato per svolgere quelle attività più operative come le telefonate, il riordino della documentazione, etc. in modo da poter godere di più tempo libero una volta terminato.
Personalmente preferisco la seconda opzione in modo da avere più tempo a disposizione per la famiglia e per i miei hobby, ma la scelta dipende dalle caratteristiche di ogni persona.
Il bello dello smart working è che aumenta questo fenomeno dando la possibilità di scegliere come e quando svolgere una certa attività.